La variabile umana by Lorenza Ronzano

autore:Lorenza Ronzano [Ronzano, Lorenza]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Medical, Psychiatry, General, Political Science, Public Policy, Social Services & Welfare, Social Science, Sociology
ISBN: 9788833020372
Google: PsTqwgEACAAJ
editore: Elèuthera
pubblicato: 2019-04-14T22:00:00+00:00

capitolo ottavo

Essere o funzionare?

Durante il corso della vita è normale passare attraverso momenti critici. Scelte irrazionali, episodi di follia, periodi nevrotici, comportamenti assurdi e apparentemente privi di finalità fanno parte del metabolismo psicofisico. L’essere umano carbura e trae alimento tanto dal comportamento razionale, pragmatico, indirizzato a uno scopo, quanto dall’irrazionalità e dai comportamenti nevrotici. Franco Basaglia diceva che «la follia è una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione». Tuttavia, la psichiatria contemporanea si ostina a proporre un modello di salute mentale inverosimile, basato su un equilibrio innaturale che non contempla nemmeno le più piccole oscillazioni umorali e comportamentali.

I criteri della diagnostica psichiatrica bandiscono ogni deroga a questa linearità «ideale», interpretando come sintomo ogni minima devianza dal modello proposto. La più piccola oscillazione, il più piccolo scarto rispetto a questo status di salute viene analizzato, processato e ratificato in qualità di sintomo.

Ma, a ben vedere, le teorie di cui la psichiatria si avvale per delineare la sua sintomatologia sono rudimentali e meramente quantitative: nelle brochure di presentazione dei nuovi prodotti farmacologici spesso compaiono test per autodiagnosticarsi il disturbo correlato, basati su metodi piuttosto rozzi. Per esempio, se i sintomi si sommano e raggiungono un determinato punteggio, allora scatta la diagnosi. Fino alla comparsa di un solo sintomo, non c’è diagnosi; da due a quattro sintomi, c’è il sospetto del disturbo; da quattro in poi, il disturbo è inequivocabilmente comprovato. Senza alcuna ombra di sarcasmo, posso affermare che in rete, su siti di semplice intrattenimento, si possono reperire test di personalità più raffinati di questi.

Dietro l’apparente prestigio di un approccio specialistico – ogni anno medici e ricercatori possono vantare nuovi farmaci, nuovi disturbi psichici, sofisticati studi neuroscientifici – in realtà le diagnosi psichiatriche non poggiano su fondamenti scientifici, dal momento che non c’è alcuna definizione soddisfacente che indichi precisi contorni del concetto di «disturbo mentale». Una delle teorie psichiatriche prevalenti (vitale per la vendita di farmaci psicotropi) è che i disturbi mentali siano causati da uno squilibrio biochimico nel cervello. Tuttavia, questa «teoria» è un’opinione, non un fatto. È una constatazione, non una dimostrazione. In altre parole, che uno squilibrio biochimico del cervello stia all’origine dei disturbi mentali viene continuamente affermato, ma non è dimostrato. Al pari di altre «teorie» psichiatriche, non esistono prove biologiche né di altro tipo a sostegno di ciò. Il ricercatore Elliot Valenstein, rappresentante di un nutrito gruppo di esperti di medicina e biochimica, nonché autore del libro Blaming the Brain, scrive: «Non esistono test per accertare lo stato biochimico del cervello di una persona mentre è in vita». L’ironia del caso, tra l’altro, è che dichiarazioni di tal fatta non provengono soltanto dai rappresentanti di una visione alternativa o da membri della cosiddetta antipsichiatria, ma sono contenute nel dsm stesso, manuale da cui discendono le linee-guida e le direttive ufficiali adottate da tutta la comunità psichiatrica occidentale. Nel dsm-iv, il Comitato di psichiatri sostiene per esempio, rasentando il comico, che per la maggior parte dei disturbi mentali la

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